Cenni storici
Chiostro di San Domenico: la struttura, che in passato era un convento, è adiacente alla Chiesa anticamente intitolata all’Annunziata e nel 1506 concessa ai Padri Domenicani e completata nel 1521 insieme al convento. Tra il 1586 e il 1588 ospitò il giovanissimo Tommaso Campanella che nella cospicua Biblioteca dei Domenicani approfondì i suoi studi di teologia e filosofia. Dopo il violento terremoto del 1638 fu ricostruito su impulso dei principi d’Aquino. Nel 1862 incamerato dallo Stato Italiano fu poi donato al Comune di Nicastro che lo destinò ad usi pubblici diversi: fu sede del Ginnasio-Convitto, del distretto militare, della Biblioteca Comunale, del Liceo Ginnasio F. Fiorentino. Recentemente restaurato è diventato il polo principale delle attività culturali cittadine ed ospita al primo piano il Museo Archeologico Lametino. In una delle sale sono stati recuperati due affreschi firmati da Giorgio Pinna.
Il Complesso San Domenico risale al XV secolo; nel corso dei secoli ha avuto molteplici usi, ma il più importante è stato quello di Convento Domenicano e dei Cappuccini. Nelle sue stanze ha studiato per alcuni anni Tommaso Campanella del quale si conservano, nella Casa del Libro Antico, diversi volumi contenenti firme autografe e varie postille a mano.
Il Museo Archeologico Lametino – Primo Piano
Il Museo Archeologico Lametino è nato nel 1997 grazie ad una felice intesa tra l’Amministrazione Comunale di Lamezia Terme e la Soprintendenza Archeologica della Calabria con la collaborazione dell’Associazione Archeologica Lametina. L’esposizione si articola in tre sezioni: Preistoria, Età classica, Età medievale.
Il Chiostro nella cultura occidentale
Il chiostro ha una sua sacralità poiché svolge un ruolo fondamentale nella liturgia, nell’ufficio divino e nella meditazione dei monasteri. Questi ultimi, sia maschili sia femminili, hanno come fulcro il “claustrum”, inteso come luogo in cui l’uomo può incontrare Dio attraverso la meditazione, la “deambulatio”, la preghiera, il canto, la lettura, la riflessione a volte sollecitata da immagini pittoriche o scultoree significative da un punto di vista biblico o per la storia dell’Ordine. La pianta quadrata possiede al centro un pozzo che, oltre a svolgere la sua funzione primaria, è considerato anche “fons vitae” rimandando al significato dell’acqua intesa come simbolo di purificazione e rinnovamento dello spirito. Il chiostro si pone come un luogo appartato, di raccoglimento, che fiancheggia l’edificio sacro e che non viene in alcun modo interessato dai movimenti di coloro che si recano nel luogo di culto. Pertanto la sua origine come spazio fisico architettonicamente strutturato risponde ad esigenze precise organizzative e spirituali della comunità monastica.
Già le prime norme monastiche, come quelle di S. Pacomio o di S. Basilio risalenti al IV secolo, prescrivevano che i monaci non potessero varcare, senza autorizzazione, un determinato “confine” denominato per l’appunto claustrum.
Normalmente nel chiostro avviene la “statio” cioè il momento di raccoglimento e di preghiera prima di iniziare la liturgia monastica in chiesa e vi si svolgono anche processioni accompagnate da canti gregoriani. Nella tradizione monastica il chiostro viene considerato come il giardino biblico-liturgico, riveste inoltre una speciale sacralità protetta da un’atmosfera raccolta e discreta. Spesso i monaci passeggiano lungo il chiostro con il cappuccio in testa quasi ad esaltare quel raccoglimento che il luogo offre per le sue caratteristiche architettoniche. Il chiostro, dunque, è il posto ove il monaco protetto dalle intemperie, dal sole e dal vento, passeggia in silenzio, medita e mantiene un contatto fisico con il cielo, infatti nessun “claustrum” è completamente al coperto, sarebbe come costruire una barriera tra la creatura ed il creatore. Talvolta le pareti del chiostro sono adornate da affreschi rappresentanti scene bibliche ed episodi edificanti riferiti alla vita dei Santi. Ciò rafforza l’idea di trovarsi in un contesto biblico e liturgico.
Il chiostro è il cuore del monastero non solo perché è il luogo di disimpegno, ma soprattutto perché la vita monastica pulsa all’interno e intorno ad esso. Si tratta quasi sempre di uno spazio quadrato. Le quattro gallerie o corridoi che girano intorno, offrono un accesso coperto ai diversi edifici o luoghi di lavoro che si aprono su di essi.
La funzione del chiostro è quella di rasserenare il monaco e di ridonargli la tranquillità dell’anima attraverso la contemplazione del creato. La funzione del chiostro suggerisce la necessità e l’importanza di allontanarsi dai rumori nei quali siamo ogni giorno immersi per recuperare una dimensione che permetta di ascoltare la voce della propria spiritualità e della propria coscienza.
Lo spazio aperto del chiostro che era luogo “culturale ” e di meditazione e che tutt’oggi, così come un tempo, grazie alla sua struttura che isola un po’ dalla vita frenetica che esiste al di fuori, può rappresentare un luogo che ispira lo “spirito creativo” e favorisce lo sviluppo e l’attuazione di attività culturali da svolgere al suo interno.
Chiostro Caffè Letterario – Piano Terra
Dal 2018 il piano terra del Complesso Monumentale del San Domenico di Lamezia Terme ospita “Chiostro Caffè Letterario” un progetto nato grazie a un’ATS costituita per realizzare un processo di valorizzazione dei beni messi a disposizione dall’Amministrazione Comunale di Lamezia Terme per il progetto “Caffè Letterario” presentato nell’ambito dell’Avviso “Giovani per la valorizzazione dei beni pubblici” bandito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri nell’annualità 2013. Scopo del progetto è quello di creare un luogo di aggregazione culturale fruibile dai giovani e dalla cittadinanza per incontri, mostre, presentazioni, documentari agganciando a queste attività la possibilità di assaporare piatti e vini delle tradizioni locali. “Chiostro Caffè Letterario” è uno spazio interculturale creato per coniugare l’idea di una libreria a tematiche specifiche con un caffè, pensato non solo come spazio di ritrovo ma anche come spazio culturale di confronto e di creatività. Per poter realizzare tali obiettivi è stata costituita un’ATS interdisciplinare con capofila Arci Lamezia-Vibo. Obiettivo primario è quello di restituire alla città e ai giovani un luogo accogliente e dinamico di alta valenza culturale e storica.
Collegamento tra bene pubblico e progetto “Ormeggi – Festival letterario di Lamezia Terme”
Il soggetto proponente, nell’ottica della valorizzazione dei beni culturali presenti nel territorio, ha sottoscritto una collaborazione con ARCI Lamezia Terme – Vibo Valentia per l’utilizzo degli spazi del piano terra del Complesso Monumentale di San Domenico, dati in concessione all’Ente citato dal Comune di Lamezia Terme nell’ambito del progetto “Caffè Letterario di Lamezia Terme”. La proposta condivide gli intenti del progetto “Caffè Letterario di Lamezia Terme” offrendo la possibilità di poter rendere fruibile i locali per eventi culturali e formativi a un pubblico vasto ed eterogeneo (v. calendario iniziative). Il Caffè Letterario rappresenta “la casa di Ormeggi”, il luogo nel quale le attività di rilievo della proposta progettuale trovano la loro completa e più aderente attuazione.