Con Silvia Camerino, partiamo oggi con la rubrica “Ormeggi Spoiler”. E’ un modo per rendervi partecipi dell’atmosfera pre-festival, con interviste a coloro che saranno presenti e con tutte le novità che stiamo organizzando per la nuova edizione di “Ormeggi Festival”, in attesa di comunicarvi la data della manifestazione.
Chi è Silvia Camerino?
Vorrei avvalermi delle parole che una persona a me molto cara rivolse tempo addietro, e che non esitai a canalizzare dentro al mio libro.
Mai vorrò liberarmi di queste sfrontate verità.
Tu, impulsiva quanto basta per perderti dentro a te stessa, ma mai
confusa.
Tu, pesante quanto la gola di un lago.
Tu, ribelle e sensibilmente legata a questa terra.
Tu, che hai sempre bisogno di sentirti ripetere che puoi, ma devi, sei, sarai, sei stata e ti ritrovi qui, a discutere di un libro che in primis ha arredato il tuo tunnel di una luce che non avevi visto mai.
Io non sono altro che due mani per vivere, studiare e scrivere.
Aggiungerei che Silvia è una studentessa della facoltà di giurisprudenza.
Lei sarà presente al festival con una riedizione de “Un giorno questa terra sarà bellissima” un lavoro incentrato sulla memoria di Paolo Borsellino, a chi in particolar modo lei crede debba interessare la sua opera ?
Spero che questo libro possa posarsi sugli spifferi del Paese, così da intentare una rivoluzione d’amore lenta e silenziosa che tutti coinvolge, comprese le nuove generazioni alle quali Paolo Borsellino destinò le sue ultime parole, prima di andare incontro alla morte.
Lei è attivista del “Movimento delle agende rosse” quanto questa sua scelta è riuscita a portarla alla realizzazione del saggio ?
Il Movimento delle Agende Rosse e la Casa di Paolo, hanno rivestito un ruolo fondamentale nella realizzazione del saggio.
La partecipazione a festival come “Ormeggi” pensa sia essenziale per dare una testimonianza ancora viva sulla vita di borsellino ?
Ritengo che “Ormeggi” sia una Festival dotato di una grande caratura assiologica, quindi conforme allo spirito del mio libro. Insieme rinnoveremo la testimonianza di Paolo Borsellino, degli uomini della scorta e dei familiari vittime di mafia.
La pandemia dell’ultimo anno pensa abbia dato uno sviluppo ulteriore per il ritorno alla “lettura” per un pensiero critico e scevro da imposizioni dei mass media piu’ seguiti ?
La pandemia ha generato dei solchi emotivi profondi che alcuni hanno iniziato a riempire attraverso la lettura, ma il lavoro è ancora lungo e faticoso. E’ necessario esercitare speranza.
(Intervista di Paolo Giura)