Proseguono gli appuntamenti con la rubrica “Ormeggi Spoiler” alla scoperta di quelli che saranno gli autori protagonisti della seconda edizione del Festival che si terrà a Lamezia terme dal 9 all’11 luglio prossimi. Oggi andiamo a scoprire qualcosa in più su Francesco Giugno che presenterà il suo primo e unico libro “La vita all’improvviso”. Si tratta di un racconto autobiografico in cui l’autore narra la storia del suo incontro con Viviana. Dopo la perdita dei rispettivi compagni, i due si incontrano on-line e da lì nasce una storia che è l’inizio di una nuova vita per entrambi.
Chi è Francesco Giugno? Come si descriverebbe ai futuri spettatori del Festival?
Una persona che non avrebbe mai immaginato di scrivere un libro, per di più raccontando un pezzo della sua vita. Non sono uno scrittore e non intendo diventarlo. Io e Viviana abbiamo vissuto un momento della nostra vita molto particolare. Il caso ha voluto che incontrassimo una persona che ci ha poi convinti a condividere questa nostra esperienza.
Quindi chi ha avuto l’intuizione di raccontare la vostra storia in questo libro?
L’idea di raccontare la nostra storia è stata di Simona Izzo. Ci siamo incrociati per caso, ha voluto che Le raccontassi il nostro percorso e alla fine mi ha detto senza mezzi termini “devi scrivere il libro”. È stata così convincente che alla fine ho deciso di provare veramente a tradurre in parole la nostra storia. Anche perché se un’artista come Simona Izzo, dopo aver letto le prime pagine, ti dice che scrivi bene, un po’ ci credi… Simona è una donna speciale oltre che una grande artista, mi motivò dicendo che se fossi riuscito a terminare il libro ne avrebbe scritto la prefazione. E così è stato.
Come è stato cimentarsi nella scrittura e indossare i panni dello scrittore? Lo rifarebbe?
Scrivere un libro è una bella avventura. Man mano che andavo avanti mi rendevo conto di quanto sia complicato realizzarlo. Non basta avere la storia da raccontare. Il libro ha bisogno di una struttura, per esempio già scegliere il presente della storia non è stato semplice. Ho cercato di mettermi nei panni del lettore provando a scrivere in modo da mantenere sempre alto l’interesse e la curiosità. È stato un lavoro lungo, durato oltre 4 anni. La preoccupazione più grande era quella di non riuscire a rappresentare con le parole le emozioni che avevamo vissuto. Non è nei miei programmi scriverne un altro, ma a pensarci bene non era nei programmi nemmeno scrivere questo.
In “La vita all’improvviso” lei racconta la sua storia, la sofferenza della perdita e un inaspettato nuovo incontro che, di fatto, le ha restituito “la vita”. È un messaggio di speranza per chi si sente perso dopo la scomparsa di una persona cara.
Chi leggerà il libro è come se facesse un viaggio assieme a noi, ci accompagnerà e vivrà i nostri stati d’animo. Dal dolore e smarrimento si passa alla speranza, fino ad arrivare ad una nuova, inaspettata, possibilità. La nostra storia può essere occasione di tanti spunti di riflessione, dipende dalla sensibilità del lettore. Forse, appena si termina il libro, la considerazione che viene quasi naturale da fare è che nella vita non bisogna dare nulla per scontato. Le cose possono cambiare improvvisamente, e in alcuni casi questi cambiamenti possono stravolgere le nostre vite.
La sua presenza al Festival Letterario Ormeggi è significativa. Il Festival mira a raccontare i vari approcci alla scrittura, le contaminazioni che possono arricchire il panorama letterario. Nel corso della manifestazione assisteremo a momenti di varia natura, dal comico, al giallo, dal romanzo, alla denuncia. Quale apporto crede possa dare la sua storia in questo contesto?
La nostra è una storia molto particolare ma nello stesso tempo semplice, come semplice è la scrittura. Spesso la letteratura è considerata una materia per pochi e questo forse allontana. Ecco questo è un libro che nella sua semplicità può far avvicinare alla lettura.